Il gioco come maestro nella crescita del giovane calciatore

Articolo di Fabio Cremona, della rubrica Amici di Cambiodicampo

questo articolo è un elaborato del corso gioco e rigioco

Un grazie a Fabio per la sua disponibilità nel divulgare questo suo scritto, risultato della sua esperienza nel settore giovanile e la sua idea di calcio, un idea in cui il gioco ha sempre avuto a una predominanza su ogni altro aspetto.

introduzione alla complessità

La prestazione calcistica rappresenta un elenco complesso di fenomeni multifattoriali ben rappresentati da una situazionalità dove il giocatore abbina la tattica (la scelta) alla tecnica (ovvero l’arte del saper fare).

Questa complessità non può che tradursi nella rappresentazione di questi due ambienti, la scelta e il fare, una rappresentazione che prende le sembianze del Gioco. Così, con la sua gamma di relazioni e possibilità, il gioco diviene, dapprima passivamente e poi attivamente, il mezzo principale con cui accompagnare il giovane calciatore nella sua crescita.

In questo modo di intendere la complessità, fondamentale sarà la figura dell’allenatore che dovrà creare l’ambiente ideale per facilitare l’apprendimento del giovani calciatori: un ambiente in cui regni interesse, la curiosità e in cui l’atleta possa trovare affettività, affinità e alchimie attraverso le relazioni con i compagni. Le funzioni dell’allenatore saranno, dunque, quelle di OSSERVARE la sua squadra, ANALIZZARE le partite e CREARE i contesti che allenino i principi scelti e condivisi in base alle caratteristiche dei giocatori.

Un viaggio attraverso il gioco e i suoi principi

La partenza di questo percorso può essere ispirato dal quel calcio che ogni “vecchio bambino” si immagina: quello giocato sull’asfalto, tra due porte e con immaginarie linee a delimitare un improvvisato campo. Il calcio di strada, il calcio in cui il “conosco, percepisco, agisco” è indirizzato dalle molteplici possibilità che le diverse situazioni creano e dai relativi che esse provocato nei giocatori.

In questo contesto di gioco si hanno già 4 caratteristiche:

-La direzionalità del campo

-La relazione (intesa come connessione/presenza compagni e avversari)

-La territorialità (intesa come ruoli/posizioni nella fasi offensiva e difensiva)

-La scelta

All’interno di questo contesto si svilupperanno i principi generali fondamentali, tra cui:

– Mobilità

– Conquista dello spazio (offensiva e difensiva)

– Distanze (intese come connessioni tra giocatore e compagni, giocatori e avversari, giocatori e spazi)

Così, analizzando questo luogo di partenza, può indentificarsi la figura dell’allenatore, come fosse un aiutante capace di adattare il “contesto di questo campo di strada” per favorire il miglioramento delle abilità tecnico/tattiche in un regime fluido e dinamico come quello del Gioco. Gli strumenti che l’allenatore ha a disposizione, allora, sono:

1. modifiche alle dimensioni del campo;

2. modifiche al numero di giocatori o utilizzo dei jolly;

3. modifiche della fisionomia del campo (spazi, settori, porte)

4. inserimento di vincoli o temi che semplifichino o condizionino gli adattamenti dei protagonisti.

Ma come, praticamente, l’allenatore può aiutare a rendere questo contesto utile all'allenamento del giovane calciatore?

Per rispondere a questa domanda bisogna fare riferimento ai principi di gioco (per principio si intende un’idea o concetto di gioco condiviso tra allenatore e giocatori, ndr) che i nostri giocatori adottano durante il gioco, appunto.

Proporrò qui una serie di principi basilari agli obiettivi in fase di possesso e non possesso che ritengo utili stilare per tenere a mente quali possano essere i concetti che un allenatore deve conoscere. 
Terrò ben presenti due modelli, che descrivono l’insieme dei principi che adotteremo durante gli allenamenti:

MODELLO PRESTATIVO DI PRINCIPI = principi universali dell’allenatore (ovvero sue ambizioni ideologiche).

MODELLO DINAMICO DI PRINCIPI = principi adattati e modificabili continuamente rispetto alle risposte ed esigenze della squadra. 

Questi modelli sono utili da considerare in quanto utili a comprendere che i principi non sono solo idee da imporre ma neanche idee totalmente passive al comportamento della nostra squadra.

Iniziamo dalla fase di non possesso.

FASE DI POSSESSO: LA MIA SQUADRA HA LA PALLA

Obiettivi:

  • Fare goal, mantenere l’iniziativa, giocare in maniera dinamica
  • Imporre il proprio gioco e dominare l’avversario
  • Trovare le soluzioni, cambiare ritmo

ZONA DI COSTRUZIONE (ZONA 1)

  • Occupare l’ampiezza
  • Iniziativa dei difensori centrali e dei centrocampisti, riconoscere lo spazio libero da occupare in conduzione e creazione della superiorità numerica.
  • Smarcarsi, orientamento del corpo
  • Trovare lo spazio libero e inserirsi senza palla, passaggi o dribbling per guadagnare campo
  • Gioco lungo
  • Coinvolgimento portiere
  • Transizione

ZONA DI MANTENIMENTO / CONTROLLO (ZONA 2)

  • Ricerca superiorità numerica posizionale
  • Provocare la concentrazione difensiva avversaria e cambio gioco
  • Gioco tra le linee (integrazione attaccanti)
  • Timing nello smarcamento
  • Verticalizzazione del gioco
  • Ripartire dalla zona di costruzione
  • Ricerca dell’ampiezza
  • Transizione

ZONA DI RIFINITURA E FINALIZZAZIONE (ZONA 3)

  • Utilizzare spazi liberi
  • Combinazioni , movimenti alle spalle degli avversari, movimenti fuori – linea, tagli
  • Soluzioni da attacchi laterali
  • Conclusioni da fuori area
  • 1 vs 1
  • Conclusioni in area di rigore
  • Transizione

FASE DI NON POSSESSO: LA MIA SQUADRA NON HA LA PALLA

Obiettivi :

  • Non subire goal
  • Recuperare la palla velocemente
  • Disturbare il gioco dell’avversario, provocare degli errori


ZONA DIFENSIVA (ZONA 1)

  • Mettere pressione al portatore di palla avversario accorciando la distanza dei duelli
  • Creare superiorità in zona palla
  • Coprire la profondità, coperture di reparto
  • Indirizzare il gioco verso l’esterno
  • Difesa della porta impedendo le conclusioni
  • Raddoppio sul portatore palla avversario
  • Cambio di marcatura
  • Gioco sull’anticipo o sulle linee di passaggio
  • Transizione

ZONA DI MANTENIMENTO (ZONA 2)

  • Mettere pressione al portatore di palla avversario accorciando la distanza dei duelli
  • Creare superiorità in zona palla
  • Coprire la profondità, coperture di reparto
  • Indirizzare il gioco verso l’esterno
  • Difesa della porta impedendo le conclusioni
  • Raddoppio sul portatore palla avversario
  • Cambio di marcatura
  • Gioco sull’anticipo o sulle linee di passaggio
  • Transizione

ZONA DI RIFINITURA E FINALIZZAZIONE (ZONA 3)

  • Pressing d’attacco
  • Mettere pressione al portatore palla avversario e coprire la profondità
  • Orientare l’avversario in zona favorevole (centro o fascia laterale )
  • Impedire i passaggi verticali
  • Accorciare sugli avversari
  • Difendere avanzando nei passaggi all’indietro o laterali
  • Saper gestire , individualmente e collettivamente superiorità, parità, inferiorità numerica

FASE DI POSSESSO: LA MIA SQUADRA NON POSSIEDE LA PALLA

Obiettivi :

  • Non subire goal
  • Recuperare la palla velocemente
  • Disturbare il gioco dell’avversario, provocare degli errori


ZONA DIFENSIVA (ZONA 1)

  • Mettere pressione al portatore di palla avversario accorciando la distanza dei duelli
  • Creare superiorità in zona palla
  • Coprire la profondità, coperture di reparto
  • Indirizzare il gioco verso l’esterno
  • Difesa della porta impedendo le conclusioni
  • Raddoppio sul portatore palla avversario
  • Cambio di marcatura
  • Gioco sull’anticipo o sulle linee di passaggio
  • Transizione

ZONA DI MANTENIMENTO (ZONA 2)

  • Mettere pressione al portatore di palla avversario accorciando la distanza dei duelli
  • Creare superiorità in zona palla
  • Coprire la profondità, coperture di reparto
  • Indirizzare il gioco verso l’esterno
  • Difesa della porta impedendo le conclusioni
  • Raddoppio sul portatore palla avversario
  • Cambio di marcatura
  • Gioco sull’anticipo o sulle linee di passaggio
  • Transizione

ZONA DI RIFINITURA E FINALIZZAZIONE (ZONA 3)

  • Pressing d’attacco
  • Mettere pressione al portatore palla avversario e coprire la profondità
  • Orientare l’avversario in zona favorevole (centro o fascia laterale )
  • Impedire i passaggi verticali
  • Accorciare sugli avversari
  • Difendere avanzando nei passaggi all’indietro o laterali
  • Saper gestire, individualmente e collettivamente superiorità, parità, inferiorità numerica

Tutti questi principi sono elementi che aiutano l’allenatore ad OSSERVARE ed ANALIZZARE il Gioco, dapprima, per poi riCREARLO al fine di allenare i giovani calciatori.

Ovviamente non vogliono avere la presunzione di dettare cosa sia il calcio e neppure dettare cosa siano i principi del calcio ma, piuttosto, vogliono essere l’espressione della mia idea di calcio, che spero possa essere condivisa e utile a qualunque persona leggerà questo articolo.

Perchè questo “viaggio”?

Questo viaggio prende spunto dalle mie precedenti esperienze nel settore giovanile e dalla mia idea di calcio, in cui ho sempre dato molta importanza al Gioco come strumento primario per allenare.

In questo corso (corso Gioco e riGioco, dal quale è stato tratto questo articolo, ndr) ho potuto affinare le mie conoscenze ed ho trovato spunti per dare continuità alle mie idee. 

Questo viaggio tra principi e metodi, quindi, inizia dal Gioco e prosegue, attraverso il Gioco: l’essenza del nostro amato sport.

Autore: Fabio Cremona

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